domenica 11 gennaio 2015

Chi era Roberto Assagioli


Roberto Assagioli, psichiatra italiano fondatore della psicosintesi, nasce nel 1888, è di tredici anni più giovane di Jung e di trentadue anni più giovane di Freud. Proprio nelle lettere tra Freud e Jung si parla di Assagioli come una promessa per la diffusione della psicoanalisi in Italia. Assagioli tuttavia subito sintetizza le idee di Freud con la sua cultura molto vasta ed eclettica: si interessava oltre che di psicologia ed educazione, di teosofia, spiritualità, pensiero orientale, esoterismo, parapsicologia, mistica, letteratura.
L'inconscio di cui parla Freud, dice Assagioli, non è la totalità dell'inconscio ma una parte, che egli chiama inconscio inferiore. Qui vi sono pulsioni, istinti, conflitti e tutto quello che rappresenta il nostro passato, i nostri condizionamenti e quello che abbiamo rimosso. Ma questo non è tutto quello che costituisce la psiche umana perché c'è un'altra porzione di inconscio che Assagioli chiama inconscio superiore e di cui la psicoanalisi ignora l'esistenza. Quest'ultimo è il luogo delle potenzialità dell'uomo, il luogo dei valori etici, delle qualità dell'essere, delle intuizioni, delle ispirazioni artistiche. È il luogo dove è contenuto ciò che l'uomo può diventare, quindi il suo futuro, le qualità che può sviluppare. Anche se i contenuti di questa parte dell'inconscio non sono attualmente manifesti, sono appunto inconsci, tuttavia sono presenti almeno a livello potenziale. In questo senso la psicosintesi propone un superamento della psicoanalisi: oltre a riconoscere i bassifondi della psiche che ci sono, hanno il loro peso, la loro forza e non sono da sottovalutare, ammette e studia anche i piani superiori, inaugurando così la psicologia umanistica e transpersonale.

Fra gli avvenimenti della sua vita, durante il periodo fascista, Assagioli, di origine ebraica, fu arrestato con l'accusa di pacifismo e trascorse un mese in carcere. In questo meraviglioso passo dello scritto autobiografico “Libertà in prigione” egli racconta come si è confrontato con questo evento:

“Mi sono reso conto di essere libero di poter scegliere tra due atteggiamenti diversi nei confronti della mia situazione, dando ad essa un certo significato, oppure un altro, utilizzandola in un modo o in un altro. Potevo ribellarmi o sottomettermi passivamente, vegetando, oppure potevo indulgere nel malsano piacere dell'autocommiserazione, assumendo il ruolo del martire. Oppure ancora potevo prendere la situazione con umorismo considerandola come una nuova ed interessante esperienza. Potevo trasformarla in un periodo di riposo, o un periodo di pensiero intenso su questioni personali, riflettendo sulla mia vita passata, o su problemi scientifici e filosofici; oppure potevo approfittare della situazione per sottopormi ad un training delle facoltà psicologiche e fare esperimenti psicologici ben precisi su me stesso. O, per concludere, potevo farla diventare un ritiro spirituale: finalmente lontano dal mondo. Non avevo alcun dubbio: dipendeva da me.”
Ogni situazione della nostra vita può essere vista, interpretata e di conseguenza vissuta in modi molto diversi. Come già diceva Epitteto: “non sono i fatti in sé che turbano gli uomini, ma i giudizi che gli uomini formulano sui fatti”. Il nocciolo della libertà umana sta nella possibilità di ristrutturare il significato di ogni situazione, anche quelle più difficili o tragiche e questo forse è l'unico atto veramente libero che possiamo compiere. Assagioli qui sembra aver contattato, realizzato profondamente questa libertà, che comporta il fatto che qualunque cosa accada abbiamo la possibilità di affrontarla senza farci travolgere, senza perderci.

Durante la guerra Assagioli fu costretto a scappare e nascondersi con il figlio nelle campagne per sfuggire alle persecuzioni naziste. In una lettera che scrisse in seguito agli amici racconta questi momenti e le difficoltà incontrate con una leggerezza e una ironia che colpiscono:

“Grand Hôtel des Ètables' Albergo di primo... disordine. Acqua corrente in tutte le camere... quando piove […] Ricco assortimento di insetti locali di straordinaria vivacità e intraprendenza […] Grande 'fuori programma' (senza preavviso): accurata imitazione di terremoto vulcanico con pioggia di schegge incandescenti. […]”
Assagioli incarnava profondamente questa qualità dell'umorismo nel senso più alto e pulito del termine, che non si mischia con giudizio o sarcasmo ma che è capacità di vedere le cose dall'alto, nelle loro giuste proporzioni, in modo da ridimensionarle, collocarle al loro posto, senza attaccamenti o avversioni. E questa qualità spirituale dello humor traspare dal suo volto e dal suo sorriso nei ritratti che abbiamo di lui.

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